I sintomi e le conseguenze della mancanza di Vitamina D e come reintegrarla
Nota anche come vitamina del sole, la D è molto importante per i benefici che apporta al tuo organismo e alle ossa, tanto da essere oggetto di continue ricerche e studi in campo medico e scientifico.
Cosa succede quando si verificano carenze di vitamina D e quali sono i segnali d’allarme a cui prestare attenzione? Posto che è sempre caldamente sconsigliato il fai da te, in caso di apporto insufficiente puoi integrare questa vitamina adottando alcuni comportamenti a tavola, oltre che con la corretta esposizione solare.
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Quali sono i sintomi della mancanza di vitamina D?
La vitamina D viene sintetizzata dalla tua pelle quando resti a contatto diretto con il sole, ma anche assumendo determinati alimenti. Così facendo si riesce a mantenere l’equilibrio del metabolismo del calcio. Ecco spiegato come mai la D viene consigliata in caso di osteoporosi, oltre che durante l’età pediatrica.
Nel corso degli ultimi anni molte ricerche mediche e studi scientifici hanno messo in luce l’importanza di questa vitamina e come la sua carenza possa determinare vari disturbi e patologie comuni, come ad esempio diabete, infarto, asma o stati depressivi.
Un deficit di questa vitamina può anche provocare parodontite, ipertensione, malattie neurologiche e reumatiche. Diversi sono anche i disturbi cutanei, quali prurito, orticaria e allergie alimentari. Se sei una donna in gravidanza con ridotti livelli di vitamina D trasferirai questa carenza anche al tuo feto.
L’avanzare dell’età, il fumo, il sovrappeso, l’allattamento al seno, il bypass gastrico e l’insufficienza renale sono i fattori di rischio più comuni legati alla mancanza di vitamina D. In caso di dubbi puoi eseguire una diagnosi accurata attraverso il test di “dosaggio del 25-OH-D” su un campione ematico.
Si ricorda inoltre che le malattie renali o epatiche, così come alcuni farmaci, specie quelli per la cura dell’HIV, possono provocare una riduzione più o meno significativa di vitamina D. Maggiormente esposte al rischio deficit sono le persone che soffrono di osteoporosi, linfomi e tubercolosi.
La mancanza di vitamina D comporta delle conseguenze?
Nella maggior parte dei casi in cui viene accertata un’insufficienza di vitamina D, ovvero quando i livelli ematici si mantengono sotto i 30 ng/L, non si verificano sintomi evidenti o particolari, almeno nel breve periodo. In genere molte persone dichiarano di avvertire dolore alle ossa, alle articolazioni, muscolare e senso di debolezza.
Se trascorri molto tempo in casa, all’interno di ambienti chiusi, lontano dall’esposizione solare, è più probabile soffrire di una carenza di vitamina D. Questo succede specialmente durante i mesi freddi, cioè quando le ore di luce diminuiscono e la temperatura impone l’uso di abiti che coprono tutto il corpo. Nei casi più gravi, sebbene piuttosto rari, si può soffrire di dolori cronici.
Bisogna precisare, tuttavia, che nel periodo invernale non devi ricorrere a un dosaggio massiccio e incontrollato di vitamina D. L’integrazione viene consigliata solo in seguito un’attenta verifica dei livelli tramite esame del sangue, ma tenuto conto di eventuali patologie e sempre dietro prescrizione medica.
È vero che la mancanza di vitamina D fa ingrassare?
La vitamina D, secondo una nuova ricerca pubblicata da Nutrition Journal, influisce sulla conservazione e sulla produzione di grassi, in quanto ha un impatto diretto su ormoni e neurotrasmettitori. I primi promuovono la perdita di peso aumentando il metabolismo, i secondi invece, sono in grado di ridurre l’appetito facendo saziare più a lungo. Molti nutrizionisti inoltre, hanno sottolineato che negli individui con alte concentrazioni di vitamina D, il rapporto tra massa grassa e massa magra è molto bilanciato, appaiono inoltre normopeso e non tendono a ingrassare.
Quali sono i rimedi per la carenza di vitamina D?
Rimediare alla carenza di questa vitamina si può ma i rimedi variano in base alle cause scatenanti, per cui vanno valutati con la dovuta ponderazione. Quando l’apporto insufficiente della vitamina dipende dalla dieta, sarà necessario assumere specifici alimenti e nelle dosi adeguate. Ci sono alcuni cibi che contengono la vitamina D, fra cui latte, burro, olio di fegato di merluzzo e pesce in generale, cereali per la prima colazione, funghi porcini, yogurt e tuorlo d’uovo. Pesci grassi, come salmone, sgombro e aringhe hanno alte concentrazioni di vitamina D.
Esistono anche diversi prodotti per trattare questa carenza in maniera mirata. Si tratta degli integratori alimentari di vitamina D, che si presentano spesso sotto forma di compresse oppure polvere da sciogliere in acqua. In genere gli integratori vanno assunti a ridosso dei pasti principali per favorire l’assorbimento della vitamina. Non mancano inoltre integratori in capsule molli o in gocce, che puoi prendere sempre per via orale con cadenza settimanale o giornaliera.
L’importante è attenersi alla posologia che viene consigliata, anche perché il sovradosaggio potrebbe essere piuttosto pericoloso per l’organismo. Senso di nausea, stipsi, confusione mentale e diarrea sono i sintomi più ricorrenti derivanti dall’intossicazione da vitamina D. Il supporto del tuo medico di fiducia, pertanto, si rivela indispensabile per stabilire il programma più adatto alle specifiche esigenze.
Anche l’esposizione al sole è determinante per poter fare il pieno di vitamina D. Gli esperti consigliano da 10 a 15 minuti al giorno, senza applicare la crema protettiva, prediligendo i momenti della giornata in cui la quota dei raggi UVB si mantiene elevata. Dovrai comunque prestare attenzione a non abusare, ma soprattutto a evitare di restare al sole durante le ore centrali, in modo da salvaguardare la salute della tua pelle.
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